Leguminosa.

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Ideata da Slow Food Campania con la collaborazione di Slow Food Italia e del Centro Studi internazionale di Slow Food, la prima edizione di Leguminosa, tenutasi a Napoli, dal 7 al 9 marzo scorsi, ha chiuso i battenti con un bilancio più che positivo.

La manifestazione nasce con vari intenti: sostenere e rivalutare i legumi, riconoscendo il giusto contributo ai contadini che li coltivano, salvaguardarne le bio diversità, sviluppare sensibilità e rispetto per territorio e ambiente, formare consumatori consapevoli, dare un segnale ambientale da non sottovalutare per il momento che vive la Campania.PicMonkey CollagesIl convegno di apertura della manifestazione, si è svolto nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino, alla presenza dei vertici di Slow Food Campania e Italia e del sindaco di Napoli, che ha sottolineato: "Non siamo la Terra dei fuochi, bensì quella del 'fuoco' della passione, quella dei cittadini, delle associazioni e dei volontari che oggi sono qui a promuovere e schierarsi a difesa della terra, della bellezza dei paesaggi di Napoli e della Campania” (che è la regione italiana con più aree protette, con due parchi nazionali e con l'area marina in Cilento la più grande d'Italia).

Laboratori e teatri del gusto, si sono invece svolti nel  Salone Margherita,  gioiello di fine 1800, e dove fino  all’inizio del secolo scorso, si sono vissuti i fasti della Bella Époque e del Cafè Chantant.PicMonkey CollagelNel monumentale scenario della sovrastante  Galleria Umberto I di Napoli, le 40 bancarelle degli espositori sono state prese d’assalto dal pubblico intervenuto, che ha fatto man bassa di legumi, farine e altri prodotti in vendita, decretando cosi il grande successo dell’iniziativa: sono state oltre 10.000 le presenze registrate nei 3 giorni di apertura.

Una coloratissima  esposizione di circa 60 tipi differenti di legumi provenienti da tutto il mondo, alcuni dei quali pressoché scomparsi e  giunti a noi solo grazie a piccoli produttori che hanno continuato a  coltivarli ancora per autoconsumo familiare, e alcuni dei quali saranno poi catalogati nell’Arca del Gusto, progetto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus.PicMonkey CollagefConosciuti sin dall’antico Egitto, alla base dell’alimentazione dei nostri avi per secoli, complici gli attuali ritmi frenetici, oggi i legumi sono stati quasi totalmente soppiantati dalla carne e dai suoi derivati, con conseguente aumento dei disturbi legati all’eccessivo consumo ed un maggior dispendio economico e di risorse ambientali: per produrre un chilo di carne bovina soccorrono 15.500 litri d’acqua mentre per la stessa quantità di fagioli ne bastano dai 300 ai 600 litri…

Recuperare i legumi, tra l’altro protagonisti anche della famosa “Dieta Mediterranea”, nata appunto in Cilento, vuol dire anche recuperare piatti e tradizioni della memoria, i legami con i nostri avi, nonché ritmi sostenibili… i legumi infatti sono SLOW!

A presto, quindi, con ricette Leguminose!

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