Parenti stretti dei più famosi Struffoli, dolce (più che tipico) napoletano estremamente rappresentativo del Natale e di cui ogni famiglia ha la sua ricetta, come tradizione vuole per tutti i dolci tipici. Nella foto li vedete con le zeppoline al miele, di cui presto vi darò anche un’altra ricetta.
Gli struffoloni hanno quindi la stessa lavorazione, ma si contraddistinguono perché sono tagliati più grossi e ricoperti da glassa la cioccolato anziché al miele.
Probabilmente, in questa versione, sono attualmente più conosciuti anche col nome di “Pulicilli” nella costiera sorrentina, anziché a Napoli, ma ne c’è menzione sia degli Struffoli che degli Struffoloni, già da parte Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino (e mio illustre concittadino!), nel suo affascinante libro “Cucina Teorico Pratica”, trattato di ricette della cucina nobile Napoletana, (siamo nella prima metà dell’800.)
Dunque, per un piatto di Struffoloni, ecco le dosi che consiglia il Cavalcanti, unica aggiunta, qualche cucchiaio di latte per lavorare meglio la pasta, che dev’essere comunque soda ed elastica.
250 g di petra 5
2 uova
3-4 cucchiai di latte,
10 g di burro
scorza d’arancia e limone grattugiata
un pizzico di sale
Strutto oppure olio di arachidi per friggere.
Per la Glassa.
100 g di cioccolato fondente tritato
80 g di zucchero a velo
30 g di acqua.
Confettini di zucchero colorati per la decorazione.
Fare la classica fontana, unire le uova, il latte gli aromi e il sale e lavorare tutto insieme. Il Cavalcanti consiglia: “maneggerai moltissimo la pasta e ne farai tanti maccheroni… potrai tagliare li maccheroni a mostaccioletti e ne farai struffoloni”
Friggerli quindi in olio di arachidi o strutto o un misto dei due insieme, e quando sono dorati si scolano e si lasciano perdere l’unto su carta paglia .
A parte, in un’altra pentola, sciogliere il cioccolato, unire a filo lo sciroppo, mescolare bene e mettere su fuoco basso fino ad avere la consistenza di una glassa.
quindi unire gli struffoloni, mescolare finche siano tutti ben ricoperti, e sistemarli sul piatto di portata, decorando con i confettini colorati, quelli che a Napoli e dintorni, si chiamano “diavulilli”